ESCURSIONI ESTIVE 1984 IN VALTELLINA: NOI C’ERAVAMO!

Se non fosse successo a me direi che potrebbe essere la trama di un film, un amarcord, una storia di amicizie nate per fatalità e che ancora durano, forti e tenaci come succede solo con le cose vere.

Ho cominciato a scrivere le prime righe di questo mio modesto racconto nella primavera del 2020, un periodo triste perché nel pieno della pandemia del Covid-19, quando facendo in pochi mesi di forzata quarantena tutti quei lavoretti che ero riuscito a non fare nel giardino nei 20 anni precedenti, la mia mente era libera di inoltrarsi nei sentieri dei ricordi che sapientemente la mente nasconde ma non cancella.

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Storie da AUC

SE  NON fosse successo a me direi che potrebbe essere la trama di un film di Pupi Avati, un amarcord concentrato in 48 ore, una storia di amicizie nata per fatalità e che ancora dura, forte e tenace come succede solo con le cose vere.

In questi giorni in cui tristezza e preoccupazione hanno preso il posto della gioia e dell’allegria, dove ci si rende conto che la nostra vita è legata a un filo, confinato per obbligo nel mio giardino a fare tutti quei lavoretti non fatti negli ultimi venti anni, la mia mente libera finalmente di viaggiare, mi ha fatto un grande regalo, andando a rovistare nello zaino dei ricordi. E’ stata una emozione stupenda, un regalo bellissimo  che vorrei condividere con voi, se avrete la pazienza di non fermarvi alle prime righe, perché è soprattutto una parte della nostra storia rivissuta dentro di me.

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L'ELICOTTERISTA MALEDETTO sottotitolo L'OBICE NELLA NEVE

Febbraio 1979.
Quell'inverno,nella zona di Cesana-Claviere,il Comando di Brigata Alpina Taurinense organizzava un'esercitazione denominata "White Fox".
All'operazione partecipava anche la 40^btr con l'appoggio di elicotteri Agusta Bell del 4^Corpo d'Armata di stanza a Bolzano.
L'elitrasporto dell'obice da 105/14,all'epoca in dotazione all'artiglieria da montagna,consentiva repentini e spettacolari cambiamenti di fronte.

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I TRE CIRMOLI

Febbraio 1979,vigilia dell'operazione "White Fox".
Dopo l'episodio del 105/14 sepolto nella neve,il capitano Baudissard decise che fosse il caso di rendere più compatta la neve nella zona dell'esercitazione.
Di prima mattina mi portai con una decina di artiglieri, muniti di racchette,per compattare la neve in un'area grande quanto mezzo campo di calcio.
Alla fine della mattinata ero soddisfatto del lavoro svolto,sembrava di aver realizzato una pista da ghiaccio e se non fosse stato per la mancanza delle porte si poteva organizzare una partita di hockey. 
L'arrivo di una campagnola proveniente dal Posto Comando mi distolse da quei pensieri e mi riportò alla realtà. 
L'autista disse che dovevo raggiungere il col.Pasquali perché voleva parlarmi.

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Daniele Bernabei - La 40: l'orgoglio di "esserci stati"

Parlare della "40" è parlare di un'emozione; un sentimento che inorgoglisce chi ne ha fatto parte. Un periodo che ha lasciato in noi una forte impronta.
Tutti sappiamo quanto sia difficile creare un gruppo simile, in qualsiasi settore. Specie poi se si parte da una compagine di ragazzi poco più che ventenni, per molti dei quali la chiamati alla leva è una perdita di tempo.

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C.le Antonio Croce - Sono passati oramai più di Trenta Anni…

Sono passati oramai più di trent'anni dagli avvenimenti che cercherò di narrare ed é strano che un anno nella Vita lasci una traccia così profonda ,perciò non ho invidia di chi si è sottratto al servizio Militare anche semplicemente “imboscandosi".

Nei tre giorni di oramai lontana memoria rispondendo alle domande del test, in particolare alla domanda “ arma in cui  desideri prestare il servizio militare “ risposi senza esitazione “Alpini”.

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Giuseppe Bocchetta - mi battevo contro il Colonnello Rolf Withoff...

Ho provato a raccontare ai miei figli i ricordi di quando correvo in moto e : “…. mi battevo contro il Colonnello Rolf Withoff, della Repubblica democratica Tedesca, e il colonnello arrivava secondo …..”, non sono mai riuscito ad andare oltre, piuttosto se la svignavano dicendo che avevano i compiti da fare; ho provato a raccontare di quando: “… ho combattuto con le truppe che hanno vinto la guerra più lunga del secolo scorso, la guerra fredda, battendomi contro le temibili truppe del patto di Varsavia ….”., stesso risultato; quindi scrivo qui, ve la svignerete anche voi quarantini, ma almeno potrò rileggere io e conservarne la memoria, forse i miei nipotini …….?
 

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Ambrogio Zaffaroni - LA BATTERIA INVISIBILE

sola di Sjaelland, Danimarca. Settembre 1983.
 
La Forza Mobile del Comando Alleato in Europa simula la difesa dell'isola di Copenaghen da un attacco condotto dal Patto di Varsavia. Grazie a Dio nessuno morirà in battaglia, ma per il resto tutto sarà maledettamente realistico, come sempre. Specie per noi Artiglieri Alpini. Il battaglione Susa ha ricevuto l'ordine di occupare la sua posizione difensiva. La 40a è in supporto diretto. Gli ufficiali osservatori sono già con le loro compagnie. Il comandante Giorgio Battisti ha già raggiunto il posto comando di battaglione da dove dirigerà il piano di fuoco difensivo, a protezione dei capisaldi.

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Gen. Giorgio Battisti - La 40esima batteria. questa (s)conosciuta

Questo mio racconto non riguarderà una persona od un singolare episodio di vita alpina ma sarà la storia di una compagine compatta e motivata che, alle tradizioni e capacità di operare in montagna, univa una competenza tecnico – professionale unica in quegli anni per l’Esercito Italiano: la 40a batteria del gruppo artiglieria da montagna “Pinerolo” della Brigata alpina “Taurinense”.

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C.le Antonio Croce - Solo una Penna

D’Annunzio il Vate d’Abruzzo, la passione per gli acronimi i suoi motti per i battaglioni Alpini “D’Aquila Penne Ugne di Leonessa”, poi dopo “Come valanga scendo come tormenta salgo” e mio padre che, di questi illustri natali letterari per quelle frasi scritte intorno a quella foto da sempre campeggiante nell’ingresso di casa a Roma, non né immaginava nemmeno l’esistenza, ma raccontava la fatica,negli Anni del dopoguerra là sui fragili confini con la Jugoslavia.

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C.le Antonio Croce - Lepri e pensieri

Aeroporto “Cristoforo Colombo” di Genova ore tre del mattino, su una pista gialla dalle luci che la illuminano lanciata verso un mare color piombo sono fermi gli “Hercules” che ci porteranno in Danimarca sto lì prendo dei gettoni e telefono a Roma :<<ciao Papà>> e lui :<<ma che ora è>> lo informo sull’orario e gli chiedo :<< mi passi Mamma>> parlo con mamma :<<ciao mamma sto partendo per la Danimarca>> proseguo la conversazione  Chissà se sono riuscito a tranquillizzarla, comunque partiamo

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